© Begoña Feijoò Fariña 2024
Bio
Sono nata a pochi passi dall’oceano, in inverno. Mentre le onde
agitavano le navi al porto, poco dopo la mezzanotte, i miei polmoni si
riempivano di aria per la prima volta. Il mondo entrava dentro di me,
mentre mia madre stanca si lasciava andare a un leggero sorriso. O
almeno è così che mi piace pensare sia andata.
In realtà so solo di essere nata nella prima ora di un lunedì di marzo,
in uno Stato uscito da meno di due anni da una dittatura durata
troppo a lungo.
Sono nata in un Paese che voleva rinascere ma non aveva abbastanza
pane per tutti i suoi figli. Tra i figli senza pane c’erano i miei genitori,
che presto partirono, come altre centinaia di migliaia di giovani
spagnoli in quegli anni, in cerca di qualcosa di più della sicurezza di
un pasto alla volta.
Solo anni dopo arrivai in Svizzera anch’io. Avevo 12 anni, diventavo
ragazza e scoprivo che il mondo poteva essere molto diverso da
come lo conoscevo.
Guardo con il sorriso a quei primi anni circondata da una lingua
nuova, all’imbarazzo di non sapermi dire con chiarezza, all’incapacità
di pronunciare le doppie e al mio desiderio di essere trasparente,
sorda e muta.
La lingua mi ha abbracciata e io ho abbracciato lei, anche se non ne
ero consapevole. Dopo alcuni anni in cui a scrivere non ci pensavo più
e leggere mi risultava difficile, improvvisamente è tornato il desiderio
di tradurre pensieri e immagini in parole, di creare storie.
Come credo accada a chiunque fatichi a decidere cosa fare da grande,
ho cambiato strada molte volte. Mi sono nutrita di conoscenze
diverse e ho avuto la fortuna di incontrare alcuni insegnanti
straordinari. Ho fatto una ventina di lavori diversi, mi sono iscritta
all’università a 23 anni e a 30 ho conseguito la laurea in Scienze
Biologiche. Amavo e tuttora amo la natura, le sue regole e i suoi
segreti.
Mentre imparavo cose e mestieri la parola provava costantemente a
richiamarmi a sé. Le ho concesso piccoli spazi, su quotidiani o
settimanali, prima di aprirle definitivamente le porte.
Da alcuni anni dedico la mia vita a teatro e letteratura, provando a
fare ogni giorno un po’ meglio del precedente e impegnandomi per
valorizzare e far conoscere il lavoro di chi è molto più bravo di me.
Mossa da questo desiderio ho ideato e dirigo la rassegna di teatro
contemporaneo I MONOLOGANTI (Casa Besta, Brusio) e il festival
Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo, aiutata da collaboratori
generosi e capaci.
Foto by Fabiano Alborghetti